venerdì 21 settembre 2012

Girotondo




E' ricominciata la scuola e si è portata via la mia estate.

Ha intrappolato i miei piccoli Berries, strappandoli al loro dolce far niente
Li ha tirati fuori dai loro  morbidi lettini che il sole a malapena era sorto
Li ha costretti a nutrirsi controvoglia
con la minaccia di trascorrere le ore successive nell'inedia
Li ha attesi mentre sommariamente si lavavano, vestivano e raccoglievano le loro cose
Poi li ha trascinati con sè incontro ad amici, insegnanti, supplenti, pasti collettivi, squilli di campanella, ricreazioni
Inglobandoli nel suo universo fatto di pensieri, parole,orari, volti, relazioni
Che conosco ed ignoro al tempo stesso
Un universo che è suo e loro

Poi me li ha restituiti
stanchi ed eccitati. Felicissimi.
Sicuri che non possiamo immaginare
cosa gli è capitato
quello che hanno sentito
come hanno risposto....
Così da qualche giorno
le nostre serate risuonano dei loro racconti
e delle nostre domande
in un girotondo di emozioni
che ci unisce tutti
e ci lega
E mentre domando a mio figlio
di questo o di quell'altro
so che quello che cerco è un modo
per stargli vicino anche quando è lontano
e mentre ascolto mia figlia raccontare
di caia e di sempronia
so che quello che cerca è un modo
per averci vicini anche quando è lontana

e quando penso che lo stesso girotondo si ripete altrove
in tante altre case
con lo stesso movimento
di cuori
gli uni verso gli altri
il mondo mi sembra davvero un posto migliore

Buon girotondo a tutti!

martedì 11 settembre 2012

Sulla felicità




Sono alla ricerca della felicità.

La cerco dapertutto in questi primi giorni di Settembre.
Nel caffè che bevo al mattino, sola in cucina, davanti alla finestra
Nei risvegli morbidi e arruffati dei miei bambini
Nei guizzi che scopro sul loro volto e che non riconosco
Nei nostri battibecchi
Nelle corse che cerco di non fare per arrivare in tempo
Nella strada che percorro
Nelle persone che incontro
Nel modo in cui i loro volti mi incantano
Nel cibo che acquisto
E preparo e metto in tavola
Nel viso dell'uomo che amo
Nel suo sguardo

Ovunque asolto una lingua antica e segreta
che parla alla mia anima
e la nutre

e qualche volta sogno

giovedì 6 settembre 2012

la vita semplice # 6 Panorami

 
Ci sono  momenti della vita in cui si corre.
Tutti gli impegni sembrano urgenti tutte le scadenze vanno rispettate, è essenziale essere nel posto giusto nel momento concordato e se questo vuol dire fare i salti mortali beh, si fanno.
Si presta poca attenzione al percorso: la strada è più che altro uno strumento per arrivare il più velocemente possibile nel luogo desiderato.
Generalmente si è giovani e il tempo è soprattutto un concetto filosofico, probabilmente si è anche inesperti e spaventati e si prova, correndo, ad acchiappare la vita.
Poi si cresce
(si invecchia)
e capita di accorgersi che così facendo
(tentando di essere sempre all'altezza, rincorrendo ora questo ora quell'obiettivo)
ci si dimentica di vivere
e
(con il cuore troppo impegnato a desiderare qualcos'altro)
si smette di gioire
e lentamente ci si prosciuga.

Per chi continua a correre  non ho consigli da dare
(ognuno ha le sue ragioni e probabilmente non può fare diversamente)
ma per chi, come me, sta provando a rallentare
ho un semplice esercizio da proporre

quale che sia il luogo dove dovete andare
o la ragione per cui lo fate
fate attenzione al percorso
scegliete la via più panoramica
(non importa se non è la più breve)
e gioite nell'attraversarla.
Non parlo per metafore
mi riferiso proprio alla strada
scegliete la più suggestiva, la più immersa nella natura
e mentre camminate gioite di quanto vi sta intorno.

(io oggi l'ho fatto
sono arrivata a destinazione con un pò di ritardo
ma ne è valsa proprio la pena)

domenica 2 settembre 2012

tra parentesi




Siamo tornati, ed è di nuovo Settembre.

Dopo giorni trascorsi lontano
provando a stare fuori da tutto
restando insieme in ogni momento
pensando sognando leggendo
a volte perfino dormendo
ogni tanto litigando
ma più spesso lasciando correre
stendendo al sole il bucato
giusto in tempo per indossarlo il giorno dopo
mangiando mille tipi di insalate
con ortaggi per lo più colti dall'orto
guidando per ore
per guadagnare ancora qualche chilometro
fino ad incontrare l'oceano
e poi riposando
grati per il tempo ritrovato
e per i pensieri che si fanno sogno
consapevoli di stare dentro ad una parentesi
e che la nostra vita in realtà è fuori
è qui

in un freddo giorno di inizio  settembre
carichi di energia, progetti e speranze
siamo tornati
a casa.

Felice rientro a tutti!

mercoledì 18 luglio 2012

what about joy?

Da giorni non sento altro che parlare di vacanze: attimi incastrati tra un evento lavorativo e l'altro, ore di vita strappate al rigido calendario dei turni in pronto soccorso, alle scadenze per la compilazione del modello unico, ai cicli di produzione di germi per l'immunostimolazione...
Bambini improvvisamente sottratti alla tirania dei centri estivi, alla cura amorevole di nonni, ad ore ed ore di lavoro non pagato in oasi naturalistiche dove, dietro versamento di adeguata quota, è possibile  ripulire le stalle dei cavalli...


( e tu cosa fai in quei cinque giorni di settembre che mi è saltata un'udienza e ho la figlia scoperta e potremmo approfittarne per infilarci qualche cosa solo mamme per esempio il trentino, dai!)

da giorni vedo le mie amiche fare a pugni con le loro agende, irritarsi con le baby sitter, bisticciare con gli inconsapevoli mariti e tutto nel tentativo temerarario di liberare quindici giorni di vacanza che non fai tempo a dirlo e si sono già riempiti di voli, scali, fusi orari, pasti tutto-compreso, escursioni a cavallo, in barca, in mountain bike, tour organizzati, mini club per i bambini, punti relax, massaggi...
Tirata in ballo qualche volta mi difendo, più spesso vorrei alzare un dito e domandare: ma in tutto questo dov'è il divertimento? che ne è della gioia?
Quella pura, autentica che non si compra, nè si programma
che ne è della gioia che si vive?

Le mie estati di bambina erano lente, pigre e non finivano mai.
Avevano il profumo del mare, degli scogli e dei fiori di gelsomino.
Avevano i volti dei miei cugini, dei nostri amici più cari
(ancora adesso li ritrovo nitidi nella memoria)
erano libertà, a volte noia ma soprattutto gioia purissima, felicità

Le estati dei miei figli ho provato a liberarle dagli incastri
a lasciare che fluissero seguendo il loro corso
hanno anche il sapore del mio mare
ma prevale il verde dei boschi, l'acqua dei fiumi
la campagna
sono estati vissute in sella a biciclette mezze rotte
che hanno sempre qualcosa da aggiustare
tra bulloni, viti e chiavi per tirare
hanno l'odore della frutta da raccogliere
della terra dell'orto da innaffiare

Sono estati che trascorriamo insieme
(paberry un pò a singhiozzo)
calati dentro un altro mondo
(rigidamente unplugged)
senza grossi programmi
senza niente di particolare da fare
a parte vivere
gioire
e assaporare il momento

Buone vacanze a tutti

venerdì 13 luglio 2012

this moment 4

{this moment} -A Friday ritual. A single photo - no words - capturing a moment from the week. A simple, special, extraordinary moment. A moment I want to pause, savor and remember.

Joining with
soulemama


domenica 8 luglio 2012

fare la differenza


succede a volte che la mia vita mi appaia faticosamente in salita
(senza esserlo veramente)
quella stessa vita che solo poche ore prima mi sembrava così ricca di doni preziosi
da non poterli, nè volerli, contare
improvvisamente
senza che nulla di particolare sia successo
si trasforma in una lunga serie di faticose incombenze da sbrigare
giornate da organizzare, pasti da preparare...in una girandola senza fine

(ora va bene la stanchezza e quella dose naturale di dolore
che il vivere di per sè comporta
è vero che mia madre invecchia
e accorgermene mi sbatte il cuore in gola
però da tempo coltivo la consapevolezza
che nulla di ciò che mi appartiene mi è dovuto
e ho scelto di nutrire l'ottimismo
e dire grazie spesso all'universo)

così 
all'alba
di quello stato d'animo che tanto mi spaventa
alzandomi dal letto già spossata
e senza alcuna voglia di affrontare
il giorno che mi aspetta
mi si rivela all'improvviso
che sono io che posso far la differenza
che è custodita lì fra le mie mani
la formula che muta in gioia la pesantezza

e mentre mi riapproprio
della giusta prospettiva
da cui guardare la mia vita
la nube minacciosa si dipana
magiacamente si appiattisce la salita
e mi ritrovo davanti alla finestra
ad inspirare lentamente e poi espirare
grata per il giorno he mi aspetta
per le occasioni che avrò per condividere
e per donare
felice di poter fare la differenza

iniziando dalla colazione

Buon lunedì mattina

venerdì 6 luglio 2012

this moment 3

{this moment} -A Friday ritual. A single photo - no words - capturing a moment from the week. A simple, special, extraordinary moment. A moment I want to pause, savor and remember.

Joining with
soulemama




sabato 30 giugno 2012

lo zen e l' ACF #5 del lasciare



Non so chi è stato
il primo a dirmi
che quando la corda è troppo tesa
va mollata
e poichè capita
che tu stia tirando parecchio
consapevolmente
ho deciso di mollare
(magari non tutto insieme
nè all'improvviso
ma un pò alla volta
dolcemente, mollo)

e provo ad esserci sul serio
senza ansia, rabbia o apprensione
senza corde da tirare
abolendo tutto ciò che è superfluo
fidandomi
e lasiandoti fare
resto in contatto
con la pancia, con la pelle, con il cuore
e in ascolto
ma ti libero
dall'opprimente gabbia di questa tensione
le tue energie buttale altrove
dove ti serve
io resto qui e aspetto

venerdì 15 giugno 2012

this moment 2

{this moment} -A Friday ritual. A single photo - no words - capturing a moment from the week. A simple, special, extraordinary moment. A moment I want to pause, savor and remember.

Joining with soulemama


venerdì 8 giugno 2012

this moment 1

{this moment} -A Friday ritual. A single photo - no words - capturing a moment from the week. A simple, special, extraordinary moment. A moment I want to pause, savor and remember.

Joining with soulemama


giovedì 31 maggio 2012

specchio



per lavoro mi occupo
anche
di donne maltrattate

sono donne fragili
(ma  potenti)
prese a pugni dalla vita
dai compagni
a volte anche dai figli
sono donne in grado
di resistere
per anni
a botte, insulti e mille altre privazioni
continuando a camminare
ogni giorno
sul confine
labile
che separa
la sicureza dal pericolo
il certo dall'incerto
e talvolta
la vita dalla morte

spesso sono vittime
complici
dei propri carnefici
in un gioco estremo
di provocazioni
e violenze
dove ad essere in ballo
è soprattutto
il desiderio di essere amati

un desiderio antico
profondo
incalzante
che detta le regole
scrive i dialoghi
e sottomette a sè
ogni altra cosa

anche per questo
a volte
lavorare con le donne
maltrattate
è faticoso
e frustrante
e difficilmente porta ad un successo
perchè di fronte ad un vuoto così grande
(e magnetico)
che perfino i pugni sono meglio
e i calci
e gli sputi
di fronte a questo vuoto
i linguaggi non si incontrano
le parole non significano
e si perdono
nulla corrisponde
e ciò che per molti è la salvezza
per altri è solo vuoto
solitudine
paura

(eppure ognuna di queste donne maltrattate
così diverse da me e per tanti versi così lontane
ognuna di loro in qualche modo mi parla
dialoga con una parte segreta e nascosta di me stessa
una parte che a volte si arrende
resta in silenzio
lascia correre
una parte che se non la tengo a bada
accondiscende
perchè più di tutto il resto
vuole amore
e cura
e affetto
più o meno come tutti
credo
a questo mondo
e dentro questo specchio
la vedo
la accolgo
la consolo
che essere femmina è un pò essere esposta
ed essere madre di figlie femmine è un grande onore
ma anche
una responsabilità

perciò resto in ascolto

e  in guardia

e  ringrazio)

venerdì 25 maggio 2012

5 regole di autodifesa per mamme lavoratrici

io amo il mio lavoro
(anche se devo ammettere
che lo amavo di più prima
prima di avere i figli
prima di avere una mia famiglia
prima di capire che
tutto
insieme
non si può avere)




io amo il mio lavoro
ma come spesso accade
quando c'è di mezzo l'amore
a volte vorrei non averlo
vorrei averne un altro
vorrei non averne nessuno
essere libera
come sono stata un tempo
capace di ricominciare
tutta da capo
un' altra storia

così a volte sogno
di darci un taglio
mollare tutto
ripartire da zero
altre volte
più seriamente
valuto ipotesi alternative
percorsi limitrofi
microprogetti
liberatori
da sperimentare

Però
per ora
è qui che resto
qui dove faccio
almeno mi sembra
ciò che so fare
con la fatica
che spesso consegue
nel fare
provando a far bene
ciò che si ama

negli anni però ho imparato a darmi qualche limite
qualche regola
perchè il problema più grande
nel lavorare con passione
è che si finisce con il portarsi il lavoro a casa
si finisce con il sentirsi in colpa per ogni cosa
si può rischiare di trascurare i propri figli
la propria famiglia
se stessi
e per che cosa?

5 limiti che mi sono imposta per sopravvivere al conflitto lavoro famiglia

1) lavoro part-time e ogni volta che sento che su di me vengono fatte pressioni lo ricordo a me stessa: ho scelto di lavorare meno, guadagnando meno e minando fortemente qualsiasi ambizione di carriera perciò non mi faccio premere da nessuno.

2)ogni volta che il mio dovere professionale confligge con i miei doveri di mamma io scelgo la mia famiglia
per esempio: se uno dei miei figli è malato non lo mando a scuola lo stesso, non lo imbottisco di tachipirina, non lo lascio da solo in casa ma trovo il modo per restare a casa insieme a lui/lei chiarendo a me stessa che il benessere di lui/lei viene prima di tutto.

 3) utilizzo tutti gli strumenti che ho a disposizione per proteggere i miei diritti di madre lavoratrice: mi informo, imparo e agisco nel rispetto delle regole ma senza sentirmi in colpa

4) evito di risentirmi se qualche collega non capisce e ritiene che io semplicemente ne abbia poca voglia, e ripeto a me stessa i punti 1 e 2

5)una volta  uscita dal lavoro mi impongo di non pensarci più fino al giorno dopo. Cammino, respiro e provo a rilassarmi. Non sempre ci riesco, perchè faccio un lavoro che un pò ti resta addosso, però il più delle volte ce la faccio.


Questo post è dedicato a tutte le mamme lavoratrici alle prese con piani ferie deliranti, colleghi incavolati e bambini a casa per tre mesi.

lunedì 21 maggio 2012

this morning



e stamattina mi sono svegliata
sotto una pioggia scrosciante
dentro un grigiore
umido e scivoloso
ho preparato il caffè
distribuito biscotti
e baci
poi
padre e figlio sono usciti
uno a scuola l'altro al lavoro
un pezzo di tragitto fatto insieme
fino all'amico più vicino
e da lì ognuno che prosegue
per conto proprio
che così va la vita
dopotutto
ed è anche un bel modo
mi sembra

e io resto qui
che alcune scuole oggi son seggi
che raccolgono voti
e speranze
e proteste
forse anche illusioni
resto qui
con le mie figlie
che dormono
dentro i loro letti
resto qui
e non muovo un dito
nonostante le tante
irrimandabili  cose
che lo so dovrei fare
resto qui e riposo
respiro, penso
da qui sono partita e qui ritorno
coltivare il mio orto
scegliere
solo le cose che contano

e quando le bambine si svegliano
è una festa
mangiamo, giochiamo
e ci mettiamo a cucinare 
nonostante le tante
irrimandbili cose
che lo so dovrei fare
prepariamo dei dolci
perchè fare diverte
impegna
e intrattiene
fare
fa sentire capaci
e  rende felici
apre le gabbie
mette in fuga anche i mostri
libera il cuore
e  mi nutre l'anima

(grazie a singlemama che ha ispirato questo post con il suo di ieri)

domenica 20 maggio 2012

you and I


Avvertenza

questo post è stato eliminato dall'autrice, perchè scritto male, lamentoso, distruttivo.
 (e pertanto non conforme a lei).
Nessuno si strappi i capelli...eh!

giovedì 17 maggio 2012

lo zen e l'arte di crescere i figli #4 vedere l'insieme




Ogni volta mi stupisce la facilità con cui le cattive abitudini prendono il sopravvento.
Basta abbassare un pò la guardia e ci si ritrova intrappolati in una dinamica da cui ci si sentiva lontani mille miglia.
Stasera è toccato a me dare l'inizio ad un balletto che ci ha coinvolti tutti, come tessere del domino.
Capita che Wildberry mi risponda nervosamente, una risposta da preadolescente che non riconosco.
Consapevole di essere troppo risentita per riuscire a fare la cosa giusta decido di lasciarlo perdere e di riprendere con lui la questione dopo. E fin qui sono d'accordo con me stessa.
La rispostaccia però aleggia, come una nube, sulla mia testa e, quando intercetto l'ennesimo mucchietto di vestiti  buttati alla rinfusa da Roseberry sopra letto, sbotto e quello che doveva essere un invito a mettere in ordine le proprie cose diventa un brusco "piantala di fare casino dapertutto".
Poichè è dotata di perticolari poteri telepatici Roseberry pensa bene di rimanere zitta ma mi fulmina con lo sguardo cosicchè io, carica anche del senso di colpa, mi ritiro in cucina dove trovo un placido Paberry intento a leggere la Pimpa con la figlia più piccola.
Come dire il capro espiatorio perfetto. 
A Paberry, però, il ruolo del parafulmine sta stretto e me lo dice risentito.
Io pure mi risento.
E anche Beanberry che evidentemente abbiamo disturbato.
E così il malcontento viaggia di stanza in stanza, di Berry in Berry.
Incasinando tutto.

Così, ora che tutti dormono ed io rifletto, penso che questo genere di balletti capitano quando perdiamo di vista l'insieme e ci soffermiamo sul particolare.
(a me succede quando sono molto stanca ed in debito di sonno)
Perchè se difronte alla rispostaccia di un dodicenne una mamma ha in mente l'insieme riconosce il suo bambino.
Suo figlio.
E allora vede tutti gli sguardi  fiduciosi e i sorrisi che quel bambino le ha regalato, la facilità e la serenità con cui quello stesso bambino affronta la vita, il suo entusiasmo, i legami sicuri che ha costruito con il mondo.
Allora la rispostaccia si contestualizza, trova un suo spazio all'interno di un sistema, una sua misura.
Non sto dicendo che non conta
(o forse sto dicendo proprio questo....)
ma si relativizza.
(non scatena fantasmi, paure, incertezze:
niente più nubi sulla testa)
perchè difronte alla mamma non c'è più il bambino che le ha risposto in modo ostile
c'è il suo bambino tutto intero.
Quello che lei conosce, ama e in cui ha fiducia.
Quello che le cresciuto nella pancia
(e dentro tutti i desideri)
Quello a cui si può parlare senza aver paura della propria rabbia.
A cuore aperto.
Evitando di covare melumori.
E di lanciarli a caso addosso agli altri.

martedì 15 maggio 2012

della bellezza


Stamattina ero al bar
a prendere un caffè
un attimo sospeso
tra una cosa e l'altra
delle solite
che puntellano la mia vita

In piedi al bancone
osservavo furtivamente
la mia immagine nello specchio
vagamente stupita
nel riconoscere ancora
me stessa
riflessa lì
in mezzo alle bottiglie
quando
accanto a me
è comparsa questa donna
spettinata
malvestita
una barbona
(senza tetto, homeless,  senza fissa dimora)
con due finte margherite
tra le mani
di un colore slavato
tendente al viola

Dopo un attimo di spiazzamento
per una focaccia che non c'era
ha ordinato un bicchiere d'acqua
e una banana
e quando la barista glel'ha data
l'ha afferrata
con mani piccole e rosse
e l'ha sbucciata
e nel farlo
la gioia ha riempito la sua faccia
tonda
buffa
da bambina
improvvisamente contenta

In passato
per lavoro
mi sono occupata
molto e a lungo
di persone come lei
di barboni
(vagabondi, clochard, senza casa)
e quando prevaleva la stanchezza
vedevo soprattutto la fatica
ed un dolore
capace di inquinare tutto
oggi invece
a rapirmi è stata la bellezza
una bellezza
autentica
inaspettata
carica di gioia
che si è accesa in un istante
regalando anche a me
un attimo felicità
e la consapevolezza
nella distanza
di essere riuscita a vedere
una persona
non una categoria
nè un problema

(e che spesso "gli altri" abitano dentro gli occhi con cui li guardiamo)

sabato 12 maggio 2012

crema giorno fai da te alla cera d'api



la pelle si sa
è la barriera
la protezione
segna il confine
tra ciò che è interno
e deve rimanere dentro
e ciò che è esterno
e deve restare fuori

la mia di pelle
a tratti si ribella
si tende
si assottiglia
dimentica del proprio compito
si arrende
permettendo a dentro e fuori
di confondersi

oggi però sono corsa ai ripari
ed insieme alle mie figlie
(pure dotate di pelle sensibilissima)
abbiamo rimestato
a lungo
dentro al calderone
ottenendone un unguento
morbido lucido e cremoso
adatto a mille usi

questa la ricetta:

ingredienti
30 gr di cera d'api grattuggiata
60 ml di olio di oliva
60 ml di olio di mandorle dolci
20 goccie di olio essenziale alla lavanda (opzionale)



procedimento
(facilissimo)

Sciogliere a bagnomaria la cera d'api in un pentolino, aggiungere un pò alla volta gli olii sempre mescolando con un cucchiaio di legno.
Quando cera ed olio sono ben amalgamati togliere il pentolino dal fuoco, continuando a girare fino a che il composto non si raffredda. Aggiungere l'olio essenziale preferito (io avevo quello di lavanda ) e mescolare, mescolare, mescolare.
A questo punto la crema è pronta per essere versata in un barattolo di vetro.

Una volta fredda dovrebbe mantenere una consistenza molto morbida e soffice.
Piacevolissima.


Noi la usiamo spesso
sulla pelle screpolata
come burro di cacao
anche al cambio del pannolino
in generale quando qualcosa non funziona
o qualcuno si lamenta
spalmo un pò di questa crema
e spero
nel curare la pelle
di curare anche l'anima.

venerdì 4 maggio 2012

ancoraggi

succede a volte
(è successo a me)
che la vita
ti si aggrovigli addosso
e
all'improvviso
ti lasci
senza fiato
senza ossigeno
senza respiro

l'istinto
ti spinge a lottare
a cercare una strada
una via
per sbrogliare l'imbroglio
tirar fuori la testa
riprederti l'aria

ognuno
ha le proprie strategie
qualcuno gioca in difesa
altri in attacco
per quanto mi riguarda
io
cerco un appiglio
un ancoraggio
qualcosa a cui guardare
insistentemente
mentre il mondo
impazzito
mi si attorciglia intorno

e mentre mi concentro
sento
diminuire la stretta

giovedì 26 aprile 2012

una buona vita


recentemente
commentando un post di mamma F
mi sono venute incontro parole
a cui da tempo giravo intorno

il pensiero
semplice
ma per me illuminante
che le nostre vite
sono fatte
dei giorni che viviamo

uno dopo l'altro

così
ho realizzato
che una buona vita
non è fatta
di grandi imprese
o di grandi momenti
(un pò forse sì,
ma solo a volte
e in parte)
bensì
di giorni buoni
vissuti bene
uno dopo l'altro

semplice
eppure oscuro
per me
come credo per molti altri
cresciuti
sotto il segno
del fare grande
della grande occasione
inseguendo la quale
(o in attesa ella quale)
ci si dimentica di vivere
e un pò anche
di lottare
per trasformare
la propria vita
in una buona vita

allineando
un giorno dopo l'altro
giorni buoni
uno accanto all'altro
quotidianamente

iniziando da subito

lunedì 23 aprile 2012

io per prima

ho passato un mucchio di tempo ad aspettare
che le cose fossero
esattamente
come le volevo



più precisamente

che le relazioni che intrattenevo  con il mondo
si trasformassero
esattamente
in ciò che desideravo

volevo rispetto
gentilezza
amore
in ordine sparso
volevo eliminare la rabbia
la durezza
l'aggressività
dalle esperienze della mia vita
volevo la fiaba
nè più nè meno
come
credo
più o meno tutti
(e la voglio ancora)

Però
nell'attesa
mi arrabbiavo
mi indurivo
diventavo aggressiva
nell'attesa
mi sentivo tradita
e offesa
e defraudata

I figli mi hanno aperto un mondo
l'universo
del
cominciare per prima
li amo e mi amano
li rispetto e mi rispettano
li tratto con cura e gentilezza
e loro così trattano me
(e se anche non lo fanno
chi se ne importa
con loro
si sa
la ricompensa
è  nel dare)

da lì
saltare il fosso
è stato un attimo
e
all'improvviso
mi son trovata
scaraventata
dalla parte opposta
della stessa cosa
scoprendomi
a praticare
io per prima
ciò volevo
praticato dagli altri

(non proprio sempre
ma spesso
con grande beneficio
una liberazione)

Scelgo

e se dall'altra parte
scopro un muro
(e non accade spesso)
un pò ci resto male
ma mi arrendo
che ognuno
poi
risponde
di se stesso

e io di me

sabato 14 aprile 2012

La vita Semplice #5 Ripartenza

Capita di accorgersi
ad un certo punto
di aver girato in tondo
di esser ritornata
del tutto ignara del percorso
al punto di partenza


(beh, proprio in tondo forse no
ma un pò sì, anche)

Così laddove pensavo
di aver imparato a rallentare
mi ritrovo a correre
e dove credevo
di aver imparato a scegliere
mi ritrovo a dire nì
con tutto il danno che ne viene
di conseguenza

Così,
capita
che un sabato mattina
di un inizio primavera
uno di quelli in cui
ci si vorrebbe dedicare
(io avrei voluto dedicarmi)
ad una qualsiasi di queste cose
ci si ritrovi
(io mi ritrovo)
ad arrancare
nervosa
stanca
ed arrabbiata
cercando di tenere insieme l'impossibile
in apnea
lungo una giornata
di cui non vedo il fondo

Finchè qualcuno,
una creatura
di queste tre
che ho messo al mondo
quella di mezzo
quella che ha avuto in dono
la dolcezza
e un'empatia
magicamente misteriosa
lei
mi guarda seria in faccia
e dice
-fermati mamma
vieni a sederti qui con me,
facciamo qualcosa insieme?
siamo in vacanza
dobbiamo festeggiare.

Ed io mi son seduta
(secchio, straccio e spazzolone  a mezzo)
vicino a lei
che adoro
e ho respirato
un pò della sua gioia
e il suo profumo
lasciandomi incantare
provando e riprovando
a non dimenticare
di scegliere
sempre
cosa davvero conta
che il tempo che ci è dato
da trascorrere insieme
non è infinito
ma è un dono
preziosissimo
da celebrare

Così è stato
che un pò alla volta
è ripartita
la mia giornata

Una giornata bella.

Felice fine settimana a tutti

mercoledì 11 aprile 2012

lo zen e l' arte di crescere i figli #3 La Cura


Ho un'amica saggia.
Si chiama Sara e da un  pezzo si è trasferita a vivere lontano da qui.
E' la settima di sette figli
e anche solo per questo
la sa lunga su un mucchio di cose.

Quando è nata Beanberry
nel bel mezzo di un pomeriggio nervoso
mi ha chiamato al telefono
e percependo immediatamente la mia inquietudine
(perchè è in questo modo che funziona con le amiche)
mi ha detto su due piedi
come se fosse la cosa più ovvia del mondo
-siedi a tavola tutti quanti e dagli pane burro e marmellata!
poi, avvertendo il mio sconcerto, ha spiegato
-quando a casa arriva un piccolino, tutti quanti ritornano piccoli. Prepara cibo da piccini e mangiatene anche tu e Paberry. Vedrai che funziona.

Se abbia funzionato o no chi può dirlo.
Di sicuro da allora tengo a mente
che le piccole crisi
così come i cambiamenti
richiedono cure aggiuntive
cure da bambini piccini;
un pò come se fosse necessario
per l'intero sistema-famiglia
ritornare indietro
reggredire
fare il bozzolo
per affrontare poi
quel passo in avanti

Così questa sera
dopo una faticosissima giornata
di rientro per tutti, grandi e piccini
iniziata sotto una pioggia scrosciante
e insistente
che ha sciolto
in grigio
la primavera

stasera

ci siamo ritrovati tutti insieme a casa
qualcuno molto stanco,
qualcuno un pò seccato,
tutti leggermente spaesati
e insieme
abbiamo cucinato
tutti
(anche Beanberry)
cibi caldi e confortanti
profumati dei nostri ricordi di bambini
(miei e di Paberry)
e poi
in anticipo sulle nostre abitudini
insieme
abbiamo mangiato.

Chissà che domani non vada meglio!

Felice rientro a tutti

domenica 8 aprile 2012

lo zen e l'arte di crescer i figli # 2 Iniziare dal basso

Un monaco chiese a Chao-Chou: “Sono appena entrato in monastero. Ti prego, dammi qualche consiglio.
 Rispose Chao-Chou: “Hai mangiato la zuppa di riso?”.
Il monaco: “Sì”.
E Chao-Chou: “Allora va a lavare la tua ciotola”.


Allo stesso modo, nel crescere i figli, ho imparato a cominciare dal basso.
Spazzare il pavimento, caricare lavatrici, pulire il bagno, stendere, ritirare...
Non lo faccio sempre volentieri, ma lo faccio.
E' parte della mia ginnastica quotidiana.
E' una delle strade attraverso cui il mio essere mamma mi è venuto incontro.

Capita a volte che qualche amica mi dica
-hai tre figli, un lavoro, fatti aiutare-
e non è che io escluda a priori di farlo
è che poi non lo faccio
perchè in qualche modo, dentro di me, probabilmente so
che tutte quelle cose che potrei, forse, in parte, delegare
danno consistenza, materia, alla mia vita
ancorano i miei piedi a questa terra
mi parlano di me stessa
in un modo semplice ed essenziale.

Inoltre,
poiché nel farle sono spinta
dall'amore e dal rispetto e dalla cura,
quelle stesse cose faticose
fastidiose
e spesso noiose
parlano di me ai miei figli
silenziosamente
e nel parlargli
silenziosamente
dal basso
li educano.

perciò, oggi, saluto la fatica e la ringrazio
(da domani ricomincio a lamentarmi!)

giovedì 29 marzo 2012

la vita semplice #4 la forza del no



Semplificare è difficile.
Richiede concentrazione, buone capacità di elaborazione e fiducia nel proprio istinto.

Per poter semplificare bisogna ridurre e per ridurre scegliere
e scegliere è molto faticoso, almeno per me.

Così non è che io abbia proprio scelto
direi più onestamente che è capitato
(che poi, che vorrà dire?)
e così, più che altro,
ad un certo punto
me ne sono accorta.

Stavo riducendo l'energia che utilizzavo nel non voler mai scontentare gli altri.

Stavo dicendo dei no.

Una liberazione.

Chiariamoci: non è che io, improvvisamente, sia diventata la regina dei NO punto e basta.

Ma ho imparato a dire
mi dispiace, ora non posso
mi dispiace, ma non sono d'accordo
mi dispiace, ma adesso io mi fermo
e più recentemente
spesso
non dico neanche più mi dispiace.

Non parlo dei no che, secondo alcuni, andrebbero detti ai bambini
o in generale alle persone che si amano
perchè con loro lascio sempre aperto uno spiraglio, non dico no
o almeno ci provo

parlo degli altri no, quelli che non riesci a dire e invece vorresti
quelli che se li dici si libera dello spazio
si liberano energie e tempo
che dopo li utilizzi (il tempo e le energie)
per dire dei sì, là dove davvero ci tieni.

Ridurre l'energia che utilizzavo per non scontentare gli altri
(riuscire a dire no)
mi ha reso più libera
più consapevole
più forte.

Mi ha permesso e mi permette di scegliere.

E' stato il primo passo, necessario, verso una vita semplice.

lunedì 26 marzo 2012

lo zen e l'arte di crescere i figli #1 lasciarli entrare

Al termine di un week-end faticoso durante il quale si sono alternate laringiti con febbre, partite di pallone, corse campestri, laringiti senza febbre, le onnipresenti pulizie (mai terminate), paginate di compiti, molte coccole, qualche urlo, numerosi pasti, musica, silenzio e via discorrendo, Wildberry mi comunica tutto contento:
-a proposito, lunedì ho invitato quattro compagni a pranzo.

Non è che uno vuole dire sempre no.

(E' proprio che nel frigo non è rimasto niente e lunedì mattina io lavoro e poi vado a prendere Beanberry) e...
l'ho guardato negli occhi e...
- dai!- mi sono detta
-ma sì, dai - gli ho detto mentre un sorriso impertinente gli accendeva il volto

E così oggi sono uscita dal lavoro un quarto d'ora prima e ho comprato pesto, trofie e del formaggio.
E prima che arrivassero ho dato anche una pulita al bagno.
(non che qualcuno si sia lavato le mani prima di mangiare).
In compenso hanno fatto fuori tutto, senza complimenti, e hanno bevuto litri d'acqua mentre raccontavano, parlando tutti insieme, di questo di quello e di chissà cos'altro.
Tra un piatto e l'altro da riempire io li guardavo attentamente cercando di fissare quel momento.
Per gli anni a venire.

Ma era già passato.
Ed erano già di là che giocavano a calcetto, ripassavano storia, cercavano un video su youtube, reclamavano a gran voce la merenda
Perchè si sa che tutto scorre. Soprattutto a dodici anni.

Quello che invece spesso dimentichiamo, è  che i momenti più felici sono gratis,  non costano niente.

Solo la fatica di lasciarli entrare.


mercoledì 21 marzo 2012

esercizi mattutini

La mattina è il momento in cui mi esercito.

La mattina per me era l'incubo.
Preparati, preparali, corri di qua e lascia uno, corri di là e lascia l'altro, Gulp, ce ne è un terzo! Lanciati all'asilo e poi, da lì, vola al lavoro.
Colazione? Con un pò di fortuna tra le dieci e le undici incastro un caffè al volo...

(Che pure le vedevo le altre. Madri truccate ed organizzate, perfettamente vestite ed addobbate, mai una ricrescita fuori controllo, mai una traccia di sudore lungo il collo, si muovono a frotte verso il bar più vicino, parlottano animate, perdono tempo, un club esclusivissimo di cui non faccio parte: io corro).


Finchè una mattina, non so bene quando, mi sono scoperta a rallentare.

Dentro di me si è insinuato, potentissimo, il tarlo del dubbio: e se tutto questo correre non fosse davvero necessario?
(Forse corro per abitudine).

Così, da allora, dopo aver accompagnato i bambini a scuola e all' asilo, mi rilasso.

Non è che faccio yoga o vado dal parrucchiere, che pure ne avrei bisogno.

Semplicemente respiro.

E cammino, lentamente.

La testa libera
(non faccio piani, non preparo liste,  non controllo mentalmente la mia agenda)

I sensi all'erta.
(lascio entrare il mondo)

Respiro, cammino, vivo.

(e  da quando "pratico"  sono soggetta ad epifanie: stamattina, per esempio,  mi sono accorta che  la primavera mi è esplosa intorno ).

lunedì 19 marzo 2012

noi restiamo fuori

poco fa un' illuminazione:
e se i  pensieri negativi fossero contagiosi?

Se tutto il carico di nervosismo, inquietudine e negatività che qualche volta ci sentiamo addosso, per via del lavoro o di altre questioni che non riguardano direttamente la nostra vita familiare, una volta rientrati a casa cominciasse a saltellare a destra e sinistra colpendo a caso chiunque intercetti la sua traiettoria?

Perchè, se si osserva con attenzione, spesso è così che capita.

I pensieri negativi viaggiano e lo fanno velocemente, soprattutto dentro le famiglie, dove ci sono persone che si vogliono bene e sperimentano elevati livelli di contatto emotivo.

E i pensieri negativi inquinano. Inquinano gli spazi, i sentimenti e le relazioni.
Comincia uno e giù gli altri a cascata, effetto domino.

Però ho deciso:
da questo momento i miei pensieri negativi provo a lasciarli davanti al portone.
Non sto parlando di rimuoverli o negarli.
Mi riferisco al toglierseli di dosso e lasciarli appesi fuori.
Consapevolmente. 
Sembra banale ma non ci avevo mai pensato. E nemmeno mai provato.
Da adesso invece tento.

E una volta a  casa voglio aprire le finestre e fare entrare l'aria.

Voglio scegliere la gioia.
(se fosse contagiosa?)





sabato 17 marzo 2012

Patteggiamenti

Fai il meglio che puoi.
E' quel che mi ripeto, da sempre, come un mantra e a volte il non riuscirci mi ha fatto sentire in colpa.
Così provo a fare meglio che posso le cose che amo.
Che è più facile a dirsi
sopratutto certi giorni.

Ora, per esempio, con tre piccoli Berries che viaggiano a velocità supersonica chiedendo ognuno, a modo proprio,  infinite attenzioni
a me che li amo ma devo anche nutrirli.
Ed è già passato mezzogiorno.

Così scongelo con amore un minestrone.

E con amore lo cucino.

(che a volte poi bisogna venire a patti con se stessi)
rimanendo calma e  concentrata
per il momento in cui il minestrone andrà in tavola.
Buon fine settimana

giovedì 15 marzo 2012

la vita semplice #3 vivi il momento

L'istinto, si diceva, aiuta.

Il mio, a volte,  strilla.

"Tieniti stretti i tuoi bambini" tuona una voce antica,  nascosta da qualche parte dentro di me.
E io li tengo stretti, come posso. A volte con  fatica, altre con dolore ( perchè non è semplice tenere insieme mondi che insieme non sempre stanno: i figli, il lavoro, se stessi.....), più spesso felicemente.

Passare del tempo insieme non è mai stato un proposito, piuttosto un'abitudine.

Capita però, a volte, che il tempo trascorso insieme si svuoti.
E mi ritrovo a saltellare da un impegno all'altro, con qualche figlio  al seguito o addosso.
Ma non davvero insieme

Succede specialmente quando sono davvero stanca.
L'altro giorno, per esempio.
Mentre giro la minestrina di Beanberry dentro il piatto penso a cosa potrei darle come frutta.
Peggio .
Giro la minestra (la mia bimba seduta vicino a me, di fronte) e sento, fortissimo, l'impulso di alzarmi, prendere una banana  e metterla vicino al  piatto.

calma (mi dico)
respira (ripeto come un mantra)
continua a mescolare

e lentamente l'impulso perde forza, io mi rilasso e  quando alzo lo sguardo mi accorgo, con sorpresa, che Beanberry mi sta osservando, sorridendo.
-mamma gira- sentenzia soddisfatta riempiendo la mia vista di fossette.

E io la guardo, rapita, e rido e mi perdo in questo attimo perfetto di assoluta felicità.

(dentro di me una voce mi ricorda)

"vivi il momento"

.

lunedì 12 marzo 2012

Calma

Ero una strana ragazzina, non c'è dubbio.
Ricordo che osservavo le persone affrettarsi per le strade, negli uffici, nei negozi e non riuscivo proprio a venire a capo di tutta quella agitazione: "perchè affannarsi tanto" mi dicevo " il mondo va avanti lo stesso". 
Mi inquietava il modo in cui gli adulti che conoscevo prendevano sul serio i loro impegni: "non penserà veramente che sia così importante" riflettevo, vedendo mia madre incupirsi per qualcosa che non era riuscita a terminare     
 (che poi, se ci penso, era un mondo più rilassato di questo in cui io vivo adesso).

Quello che non sapevo allora e  che so adesso è che quella roba lì è come un virus e "si attacca". Comincia lentamente, crescendo, e in men che non si dica ti divora l'anima.

E tu corri!

Corri.

A nche quando sei in anticipo (ok, raramente!).
Anche quando sei ormai, irrimediabilmente, in ritardo.
Anche quando sei in vacanza.
Anche quando eri uscito solo per goderti il paesaggio.
Anche quando ti pagano lo stesso.
Anche quando non ti pagano comunque.

Tu corri. Corri. Corri...

E somigli sempre più all'inquietante coniglietto...

Però di sicuro c'è una cura.

Così, con tutte le mie forze, sto frenando.
(Potete sentire il rumore delle gomme, l'odore provocato dall'attrito).

Io rallento, e freno.

E respiro

domenica 11 marzo 2012

la vita semplice # 2 i cinque sentieri

....comincio con il pensare a cinque cose che per me sono davvero importanti, cinque cose che davvero amo fare, cinque cose nelle quali sento che voglio investire tempo, forza ed energia.

Ho impiegato un pò di giorni a tirarle giù. Ho lasciato che prendessero forma nei miei pensieri e che si articolassero in altri significati creando una mini mappa di ciò che per me davvero conta.

Questo  l'elenco:

1)trascorrere del tempo insieme alla mia famiglia
2)prendermi cura della mia famiglia
3)scrivere
4)autoprodurre
5)prendermi cura di me


eccoli qui, i miei cinque sentieri di campagna!
Proverò a seguirli uno per uno, a tenere duro anche quando comincerà la salita.
Proverò ad andare dritta ogni volta che la vita mi metterà di fronte ad un bivio, ad una scelta.
Proverò a proteggerli.
Sono curiosa di vedere dove mi porteranno. E fiduciosa.

sabato 10 marzo 2012

la vita semplice #1

...improvvisamente mi sento arrivata ad un punto da dove, per poter continuare bisogna togliere.
Andare al nocciolo, all'essenza, spingersi oltre la coreografia, l'immagine.
Non è una cosa spuntata all'improvviso, come un fungo...è un'inclinazione a lungo provata, covata, nutrita ed assecondata, più o meno consapevolmente.
L'istinto, se lasciato libero di esprimersi, è una buona guida. Il mio si è svegliato davvero solo con la nascita dei miei figli e mi ha portato qui, a fare i conti ogni volta, con che cosa conta davvero.

Che cosa conta davvero?

Quanto di tutto ciò che occupa spazio nella nostra vita è davvero importante?
Per cosa vale la pena lottare e che cosa si è invece disposti a lasciare andare?
Di quale materia è fatta la nostra felicità?

Respirare, rallentare.

Il mio viaggio verso la vita semplice comincia da qui.

domenica 26 febbraio 2012

natural mother


Strana cosa questa dell'essere mamma.
Un attimo prima sgusciano fuori dal tuo corpo e si accoccolano tra le tue braccia chiedendo solo amore, calore e dedizione e tu li abbracci, li accarezzi, li nutri, saturi ogni tuo pensiero con il loro odore;
 un attimo dopo te li ritrovi faccia a faccia che ti guardano scontrosi, con aria di sfida.
Così una domenica che ti eri immaginata lenta e rilassante, che già vedevi scivolare dolce nel suo tepore, ricca di piccolissimi progetti  (rompre le nocciole per la granola, montare il sellino sulla bici della più piccina, forse una breve passeggiata verso il mare....), può trasformarsi in una autentica guerriglia.
E hai un bell'interrogarli sul motivo di tal risentimento: le risposte potranno essere le più fantasiose, dalla classica sono stanco/a che non passa mai di moda a intricati complotti che vedono il malcapitato/a vittima a turno dell'uno o dell'altro/a fratello/sorella....e che dire di te, mamma, che dai sempre ragione all'altro?

Insomma, in breve, hanno rotto!

Hanno rotto talmente tanto che alle nove li avevo già ficcati tutti a letto, la luce spenta.
In più un progetto: mi nascondo dietro l'addormentamento della più piccina e niente bacio della buona notte.
Ed è qui che tutto quel tenerli in braccio, addosso, mi è venuto incontro.
Perchè quest'ultima cosa, che poi sarebbe stata una stronzata, non l'ho fatta.
 E prima di dormire li ho abbracciati e rassicurati e gli ho detto che è tutto a posto e loro che già lo sapevano, come ovviamente  hanno sottolineato, mi hanno a lora volta abbracciato, di un abbraccio forte (soprattutto uno) che ha cancellato tutto: sguardi, parole tensioni, riportandoci dinuovo a quel punto iniziale dove tutto ciò che conta siamo io e loro.

(chiaramente non mi illudo e provo a recuperare le forze in vista di domani)

mercoledì 8 febbraio 2012

cavoli, pomodori ed altre verità

Dopo mesi di astinenza, ieri, incappo nella visione di un film.  Another year, un film di Mike Leigh. Bellissimo.
Finisce con un pugno nello stomaco.
Il pugno lo acuso, in effetti,  insieme a mille altre senzazioni. La consapevolezza, per esempio che ci sono stagioni della vita in cui ciò che si è seminato si raccoglie.  Punto. Senza possibilità di tornare idietro, di emendare agli errori, di ripartire da zero.
Così oggi penso che è da qui che voglio cominciare. Coltivare bene il mio orto, con amore, anche se è faticoso ed a tratti frustrante.
Fare del mio meglio con gentilezza.
Eccolo qui, un pò in ritardo, il mio proposito per il nuovo anno.