giovedì 29 marzo 2012

la vita semplice #4 la forza del no



Semplificare è difficile.
Richiede concentrazione, buone capacità di elaborazione e fiducia nel proprio istinto.

Per poter semplificare bisogna ridurre e per ridurre scegliere
e scegliere è molto faticoso, almeno per me.

Così non è che io abbia proprio scelto
direi più onestamente che è capitato
(che poi, che vorrà dire?)
e così, più che altro,
ad un certo punto
me ne sono accorta.

Stavo riducendo l'energia che utilizzavo nel non voler mai scontentare gli altri.

Stavo dicendo dei no.

Una liberazione.

Chiariamoci: non è che io, improvvisamente, sia diventata la regina dei NO punto e basta.

Ma ho imparato a dire
mi dispiace, ora non posso
mi dispiace, ma non sono d'accordo
mi dispiace, ma adesso io mi fermo
e più recentemente
spesso
non dico neanche più mi dispiace.

Non parlo dei no che, secondo alcuni, andrebbero detti ai bambini
o in generale alle persone che si amano
perchè con loro lascio sempre aperto uno spiraglio, non dico no
o almeno ci provo

parlo degli altri no, quelli che non riesci a dire e invece vorresti
quelli che se li dici si libera dello spazio
si liberano energie e tempo
che dopo li utilizzi (il tempo e le energie)
per dire dei sì, là dove davvero ci tieni.

Ridurre l'energia che utilizzavo per non scontentare gli altri
(riuscire a dire no)
mi ha reso più libera
più consapevole
più forte.

Mi ha permesso e mi permette di scegliere.

E' stato il primo passo, necessario, verso una vita semplice.

lunedì 26 marzo 2012

lo zen e l'arte di crescere i figli #1 lasciarli entrare

Al termine di un week-end faticoso durante il quale si sono alternate laringiti con febbre, partite di pallone, corse campestri, laringiti senza febbre, le onnipresenti pulizie (mai terminate), paginate di compiti, molte coccole, qualche urlo, numerosi pasti, musica, silenzio e via discorrendo, Wildberry mi comunica tutto contento:
-a proposito, lunedì ho invitato quattro compagni a pranzo.

Non è che uno vuole dire sempre no.

(E' proprio che nel frigo non è rimasto niente e lunedì mattina io lavoro e poi vado a prendere Beanberry) e...
l'ho guardato negli occhi e...
- dai!- mi sono detta
-ma sì, dai - gli ho detto mentre un sorriso impertinente gli accendeva il volto

E così oggi sono uscita dal lavoro un quarto d'ora prima e ho comprato pesto, trofie e del formaggio.
E prima che arrivassero ho dato anche una pulita al bagno.
(non che qualcuno si sia lavato le mani prima di mangiare).
In compenso hanno fatto fuori tutto, senza complimenti, e hanno bevuto litri d'acqua mentre raccontavano, parlando tutti insieme, di questo di quello e di chissà cos'altro.
Tra un piatto e l'altro da riempire io li guardavo attentamente cercando di fissare quel momento.
Per gli anni a venire.

Ma era già passato.
Ed erano già di là che giocavano a calcetto, ripassavano storia, cercavano un video su youtube, reclamavano a gran voce la merenda
Perchè si sa che tutto scorre. Soprattutto a dodici anni.

Quello che invece spesso dimentichiamo, è  che i momenti più felici sono gratis,  non costano niente.

Solo la fatica di lasciarli entrare.


mercoledì 21 marzo 2012

esercizi mattutini

La mattina è il momento in cui mi esercito.

La mattina per me era l'incubo.
Preparati, preparali, corri di qua e lascia uno, corri di là e lascia l'altro, Gulp, ce ne è un terzo! Lanciati all'asilo e poi, da lì, vola al lavoro.
Colazione? Con un pò di fortuna tra le dieci e le undici incastro un caffè al volo...

(Che pure le vedevo le altre. Madri truccate ed organizzate, perfettamente vestite ed addobbate, mai una ricrescita fuori controllo, mai una traccia di sudore lungo il collo, si muovono a frotte verso il bar più vicino, parlottano animate, perdono tempo, un club esclusivissimo di cui non faccio parte: io corro).


Finchè una mattina, non so bene quando, mi sono scoperta a rallentare.

Dentro di me si è insinuato, potentissimo, il tarlo del dubbio: e se tutto questo correre non fosse davvero necessario?
(Forse corro per abitudine).

Così, da allora, dopo aver accompagnato i bambini a scuola e all' asilo, mi rilasso.

Non è che faccio yoga o vado dal parrucchiere, che pure ne avrei bisogno.

Semplicemente respiro.

E cammino, lentamente.

La testa libera
(non faccio piani, non preparo liste,  non controllo mentalmente la mia agenda)

I sensi all'erta.
(lascio entrare il mondo)

Respiro, cammino, vivo.

(e  da quando "pratico"  sono soggetta ad epifanie: stamattina, per esempio,  mi sono accorta che  la primavera mi è esplosa intorno ).

lunedì 19 marzo 2012

noi restiamo fuori

poco fa un' illuminazione:
e se i  pensieri negativi fossero contagiosi?

Se tutto il carico di nervosismo, inquietudine e negatività che qualche volta ci sentiamo addosso, per via del lavoro o di altre questioni che non riguardano direttamente la nostra vita familiare, una volta rientrati a casa cominciasse a saltellare a destra e sinistra colpendo a caso chiunque intercetti la sua traiettoria?

Perchè, se si osserva con attenzione, spesso è così che capita.

I pensieri negativi viaggiano e lo fanno velocemente, soprattutto dentro le famiglie, dove ci sono persone che si vogliono bene e sperimentano elevati livelli di contatto emotivo.

E i pensieri negativi inquinano. Inquinano gli spazi, i sentimenti e le relazioni.
Comincia uno e giù gli altri a cascata, effetto domino.

Però ho deciso:
da questo momento i miei pensieri negativi provo a lasciarli davanti al portone.
Non sto parlando di rimuoverli o negarli.
Mi riferisco al toglierseli di dosso e lasciarli appesi fuori.
Consapevolmente. 
Sembra banale ma non ci avevo mai pensato. E nemmeno mai provato.
Da adesso invece tento.

E una volta a  casa voglio aprire le finestre e fare entrare l'aria.

Voglio scegliere la gioia.
(se fosse contagiosa?)





sabato 17 marzo 2012

Patteggiamenti

Fai il meglio che puoi.
E' quel che mi ripeto, da sempre, come un mantra e a volte il non riuscirci mi ha fatto sentire in colpa.
Così provo a fare meglio che posso le cose che amo.
Che è più facile a dirsi
sopratutto certi giorni.

Ora, per esempio, con tre piccoli Berries che viaggiano a velocità supersonica chiedendo ognuno, a modo proprio,  infinite attenzioni
a me che li amo ma devo anche nutrirli.
Ed è già passato mezzogiorno.

Così scongelo con amore un minestrone.

E con amore lo cucino.

(che a volte poi bisogna venire a patti con se stessi)
rimanendo calma e  concentrata
per il momento in cui il minestrone andrà in tavola.
Buon fine settimana

giovedì 15 marzo 2012

la vita semplice #3 vivi il momento

L'istinto, si diceva, aiuta.

Il mio, a volte,  strilla.

"Tieniti stretti i tuoi bambini" tuona una voce antica,  nascosta da qualche parte dentro di me.
E io li tengo stretti, come posso. A volte con  fatica, altre con dolore ( perchè non è semplice tenere insieme mondi che insieme non sempre stanno: i figli, il lavoro, se stessi.....), più spesso felicemente.

Passare del tempo insieme non è mai stato un proposito, piuttosto un'abitudine.

Capita però, a volte, che il tempo trascorso insieme si svuoti.
E mi ritrovo a saltellare da un impegno all'altro, con qualche figlio  al seguito o addosso.
Ma non davvero insieme

Succede specialmente quando sono davvero stanca.
L'altro giorno, per esempio.
Mentre giro la minestrina di Beanberry dentro il piatto penso a cosa potrei darle come frutta.
Peggio .
Giro la minestra (la mia bimba seduta vicino a me, di fronte) e sento, fortissimo, l'impulso di alzarmi, prendere una banana  e metterla vicino al  piatto.

calma (mi dico)
respira (ripeto come un mantra)
continua a mescolare

e lentamente l'impulso perde forza, io mi rilasso e  quando alzo lo sguardo mi accorgo, con sorpresa, che Beanberry mi sta osservando, sorridendo.
-mamma gira- sentenzia soddisfatta riempiendo la mia vista di fossette.

E io la guardo, rapita, e rido e mi perdo in questo attimo perfetto di assoluta felicità.

(dentro di me una voce mi ricorda)

"vivi il momento"

.

lunedì 12 marzo 2012

Calma

Ero una strana ragazzina, non c'è dubbio.
Ricordo che osservavo le persone affrettarsi per le strade, negli uffici, nei negozi e non riuscivo proprio a venire a capo di tutta quella agitazione: "perchè affannarsi tanto" mi dicevo " il mondo va avanti lo stesso". 
Mi inquietava il modo in cui gli adulti che conoscevo prendevano sul serio i loro impegni: "non penserà veramente che sia così importante" riflettevo, vedendo mia madre incupirsi per qualcosa che non era riuscita a terminare     
 (che poi, se ci penso, era un mondo più rilassato di questo in cui io vivo adesso).

Quello che non sapevo allora e  che so adesso è che quella roba lì è come un virus e "si attacca". Comincia lentamente, crescendo, e in men che non si dica ti divora l'anima.

E tu corri!

Corri.

A nche quando sei in anticipo (ok, raramente!).
Anche quando sei ormai, irrimediabilmente, in ritardo.
Anche quando sei in vacanza.
Anche quando eri uscito solo per goderti il paesaggio.
Anche quando ti pagano lo stesso.
Anche quando non ti pagano comunque.

Tu corri. Corri. Corri...

E somigli sempre più all'inquietante coniglietto...

Però di sicuro c'è una cura.

Così, con tutte le mie forze, sto frenando.
(Potete sentire il rumore delle gomme, l'odore provocato dall'attrito).

Io rallento, e freno.

E respiro

domenica 11 marzo 2012

la vita semplice # 2 i cinque sentieri

....comincio con il pensare a cinque cose che per me sono davvero importanti, cinque cose che davvero amo fare, cinque cose nelle quali sento che voglio investire tempo, forza ed energia.

Ho impiegato un pò di giorni a tirarle giù. Ho lasciato che prendessero forma nei miei pensieri e che si articolassero in altri significati creando una mini mappa di ciò che per me davvero conta.

Questo  l'elenco:

1)trascorrere del tempo insieme alla mia famiglia
2)prendermi cura della mia famiglia
3)scrivere
4)autoprodurre
5)prendermi cura di me


eccoli qui, i miei cinque sentieri di campagna!
Proverò a seguirli uno per uno, a tenere duro anche quando comincerà la salita.
Proverò ad andare dritta ogni volta che la vita mi metterà di fronte ad un bivio, ad una scelta.
Proverò a proteggerli.
Sono curiosa di vedere dove mi porteranno. E fiduciosa.

sabato 10 marzo 2012

la vita semplice #1

...improvvisamente mi sento arrivata ad un punto da dove, per poter continuare bisogna togliere.
Andare al nocciolo, all'essenza, spingersi oltre la coreografia, l'immagine.
Non è una cosa spuntata all'improvviso, come un fungo...è un'inclinazione a lungo provata, covata, nutrita ed assecondata, più o meno consapevolmente.
L'istinto, se lasciato libero di esprimersi, è una buona guida. Il mio si è svegliato davvero solo con la nascita dei miei figli e mi ha portato qui, a fare i conti ogni volta, con che cosa conta davvero.

Che cosa conta davvero?

Quanto di tutto ciò che occupa spazio nella nostra vita è davvero importante?
Per cosa vale la pena lottare e che cosa si è invece disposti a lasciare andare?
Di quale materia è fatta la nostra felicità?

Respirare, rallentare.

Il mio viaggio verso la vita semplice comincia da qui.